La Guida dei Vigili del Fuoco sui tetti fotovoltaici

Vigili del FuocoIn Italia, la norma sulla resistenza al fuoco esterno delle coperture ha raggiunto la notorietà grazie a provvedimenti dedicati.
I Vigili del Fuoco, a fronte della crescente presenza di coperture con installazioni di moduli fotovoltaici e anche alla luce dell’esperienza di incendi divampati su coperture di questo genere (da 1 intervento nel 2003 a 298 nel 2011), hanno emanato una guida per l’installazione degli impianti fotovoltaici.

Nello specifico, i documenti sono:
Guida per l’installazione degli impianti fotovoltaici
Edizione Anno 2012 (Protocollo n. 0001324 del 07/02/2012)
Chiarimenti alla guida per l’installazione degli impianti fotovoltaici
Edizione Anno 2012 (protocollo n. 0006334 del 04/05/2012)

Secondo questi documenti, l’ installazione fotovoltaica dovrà essere eseguita in modo da evitare la propagazione di un incendio dal generatore fotovoltaico al fabbricato nel quale è incorporato.
Tale condizione si ritiene rispettata qualora l’impianto fotovoltaico, incorporato in un’ opera di costruzione, venga installato su strutture ed elementi di copertura e/o di facciata incombustibili (Classe 0 o Classe A1).
Risulta altresì equivalente l’interposizione, tra i moduli fotovoltaici e il piano di appoggio, di uno strato di materiale di resistenza al fuoco almeno EI 30 ed incombustibile (Classe 0 o Classe A1).
In alternativa, potrà essere effettuata una specifica valutazione del rischio di propagazione dell’ incendio, tenendo conto della classe di resistenza agli incendi esterni dei tetti e delle coperture dei tetti (UNI EN 13501- 5:2009 e UNI ENV 1187: 2007) e della classe di reazione al fuoco del modulo fotovoltaico attestata secondo le procedure di cui all’ art. 2 del DM 10 MARZO 2005.

Ed è qui che entrano in gioco le coperture BROOF, come da “Allegato B” della circolare n.0006334 del 04/05/2012, riportato di seguito.

Allegato B- Disposizione VVF

Nella valutazione del rischio di propagazione dell’incendio sono indicati accettabili i tetti classificati BROOF (t2, t3, t4) con pannelli FV in classe 2 o equivalente di reazione al fuoco. Le certificazioni BROOF (t1) non sono, quindi, valevoli. La certificazione richiesta, inoltre, deve essere rilasciata da laboratorio italiano autorizzato dal Ministero dell’Interno oppure riconosciuto in uno dei Paesi contraenti l’accordo SEE.
Nel caso di pannelli in classe inferiore, e altamente probabile che si richiedano le medesime certificazioni, oltre ad altri accorgimenti eventuali.

Tipologia di coperture

Coperture con sistemi certificati di resistenza al fuoco esterno in conformità della norma UNI EN 13501-5.
La resistenza agli incendi esterni delle coperture è un tema sul quale si concentra una crescente attenzione in edilizia. Le prestazioni al fuoco dei tetti sono regolate da norme europee, così come i metodi di prova.
I 4 metodi di prova previsti dalla UNI CEN/TS 1187, già UNI ENV 1187:2007, sono trascritti da metodi di prova vigenti in alcuni Paesi in precedenza.
T 1,2,3,4 non indicano una scala di maggiore o minore resistenza al fuoco, ma identificano solamente il metodo di prova impiegato. In molte normative nazionali, tali prestazioni sono richieste su tutti i tetti di edifici rilevanti, non solo su coperture fotovoltaiche.
Le prestazioni vengono classificate con le lettere: dalla “BROOF” , che indica la massima possibile, alla “FROOF”, che equivale a “nessuna prestazione”.
La classificazione BROOF (t2) è quella che prevede le regole di estensione più ampie del campo di applicazione del prodotto testato su diversi piani di posa.
Le altre classificazioni (t1), (t3) e (t4) valgono solo sulla stratigrafia testata nel rilascio del certificato, ad esclusione di estensioni molto limitanti. Variazioni in spessore, densità e tipologia dell’isolante e in altre componenti del sottostrato fanno decadere la certificazione.
Anche le prove BROOF (t2) hanno una ulteriore importante differenziazione.

Una copertura può essere BROOF (t2):
• su superfici incombustibili (provata su un massetto in cls);
• su superfici combustibili (provata su EPS o su truciolato in legno).

Nel primo caso, la certificazione varrà solo per prodotti applicati su superfici incombustibili mentre, ne secondo, varrà per l’uso su substrati sia combustibili sia incombustibili.

Moduli IBC SOLARI moduli di IBC SOLAR

IBC SOLAR collabora con i principali Laboratori di Certificazione accreditati al Ministero dell’Interno per la certificazione di reazione al fuoco dei suoi moduli fotovoltaici immessi sul mercato italiano. Le certificazioni con i rispettivi risultati sono pubblicate sul portale dell’azienda e fornite su richiesta anche per i moduli non più commercializzati. 

Altre informazioni sul fotovoltaico ed il rischio incendi

La direzione centrale per la prevenzione e la sicurezza tecnica, area prevenzione incendi, ha pubblicato la guida per l’installazione degli impianti fotovoltaici, edizione 2012. Come indicato nella comunicazione la guida recepisce i contenuti del DPR 1 agosto 2011, nr 151 e tiene conto delle varie problematiche emerse in sede periferica a seguito delle installazioni degli impianti fotovoltaici. Viene sostituita la guida emanata con nota nr 5158 del 26 marzo 2010.
Rientrano nel campo di applicazione della guida gli impianti con tensione in corrente continua non superiore a 1500V, comprendendo di fatto tutti gli impianti fotovoltaici.
Gli impianti fotovoltaici non rientrano tra le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi, ma la loro installazione può comportare un aggravio del preesistente livello di rischio di incendio. Vi potrebbero infatti essere interferenze con il sistema di ventilazione, ostacolo alle operazioni di raffreddamento e estinzione di tetti combustibili, rischio di propagazione delle fiamme all’esterno o verso l’interno del fabbricato.

Oltre alle indicazioni generali (ovvero che gli l’installazione di un impianto fotovoltaico in un’attività soggetta ai controlli di prevenzione incendi richiede gli adempimenti previsti dal comma 6 dell’art. 4 del 151 del 1 agosto 2011, schema di regolamento per la disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi) , la guida indica come sia necessario valutare l’eventuale pericolo di elettrocuzione cui può essere esposto l’operatore VV.F per la presenza di impianti in tensione.

Particolare attenzione è da prestare al posizionamento delle apparecchiature, in caso di luoghi con pericolo di esplosione o con presenza gas vapori e nebbie infiammabili, oltre a dotare l’impianto di un dispositivo di comando di emergenza , ubicato in posizione segnalata ed accessibile che determini il sezionamento dell’impianto elettrico all’interno del compartimento e quindi anche il sezionamento dell’impianto fotovoltaico.

 

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