Entro la metà del secolo, l’Europa è impegnata a raggiungere l’obiettivo di decarbonizzare il proprio sistema energetico. Se non bastava la crisi climatica e ambientale a dare una motivazione sufficiente, la guerra in Ucraina ha aggiunto una dimensione geopolitica. Una nuova rivoluzione industriale promette un’energia abbondante, pulita, disponibile e a un costo basso. Per realizzarla servono investimenti colossali: reti di distribuzione, sistemi di accumulo, capacità di riserva. E occorre diversificare le fonti di approvvigionamento, per non scoprirci nuovamente vulnerabili. Sottovalutare le enormi difficoltà di una simile sfida è estremamente pericoloso, col rischio di generare deindustrializzazione, disoccupazione e povertà. Dobbiamo essere pronti a governarne tutte le implicazioni e le conseguenze. (Leggi di piu…)